mandala

mandala 4986489_548748978 vers.4, 2021
dalla serie mandala
Dittico: incisioni laser su Mdf.
54 x 50 e 47 x 50 cm
mandala

mandala 4986489_548748978 vers.1.3, 2021
dalla serie mandala
Stampa Lambda su Dibond, incisione laser su plexyglas.
50 x 50 cm
mandala

mandala 4986489_548748978 vers.1.2, 2021
dalla serie mandala
Stampa Lambda su Dibond, incisione laser su plexyglas.
50 x 50 cm
mandala

mandala 4986489_548748978 vers.1.1, 2021
dalla serie mandala
Stampa Lambda su Dibond , protezione in plexyglas.
50 x 50 cm
mandala

mandala 4986489_548748978 vers.2.2, 2021
dalla serie mandala
Dittico fotografico:stampe Lambda su Dibond, inciosne laser su plexyglas.
50 x 50 cm cad.
mandala

mandala 4986489_548748978 vers.2.1, 2021
dalla serie mandala
Dittico fotografico:stampe Lambda su Dibond, inciosne laser su plexyglas
50 x 50 cm cad.
mandala

mandala 4986489_548748978 vers.3.1, 2021
dalla serie mandala
Trittico fotografico: stampe Lambda su Dibond, inciosni laser su plexyglas.
50 x 50 cm cad.
mandala

mandala 4986489_548748978 vers.3.1bis, 2021
dalla serie mandala
Trittico fotografico: stampe Lambda su Dibond, incisione laser su plexyglas, barra Led, sensore ad infrarossi.
50 x 50 cm cad.
mandala

mandala 4986489_548748978 vers.5, 2021
dalla serie mandala
Teca in plexyglas con basamento, stampe laser su acetato.
21,9 x 30,6 x 1,6 cm
mandala dittico plexy

mandala 4986489_548748978 vers.5, 2021
dalla serie mandala
Dittico fotografico: stampa Lambda su Dibond con protezione in plexyglas.
50 x 50 cm cad.
mandala dittico mdf

mandala 4986489_548748978 vers.4, 2021
dalla serie mandala
Dittico fotografico: stampa Lambda su Dibond con protezione in plexyglas.
50 x 50 cm cad.

 

Il disegno di questo mandala è stato generato dalla sequenza numerica 4986489_548748978 che Grigori Grabovoi –matematico e mistico russo contemporaneo – ha fornito il giorno 25 gennaio 2020 contro il Covid-19. La sequenza è stata tradotta in linee geometriche. Due stringhe semirigide formate da segmenti e punti o nodi disposti in successione, evidenziati da triangoli aventi una specifica inclinazione e direzione, che distano tra loro quanto i numeri delle progressioni, sia sul piano orizzontale che su quello verticale.Le stringhe sono formate da segmenti proporzionalmente lunghi quanto ogni numero e disposti nello spazio in modo da muoversi in senso orario all'interno di un campo esagonale; in secondo luogo, le stringhe sono state poi ripetute periodicamente a partire dai loro estremi, in modo da generare due cicli chiusi e simmetrici di una spirali bidimensionali e tridimensionale che descrivono il disegno di un mandala; il disegno di questo mandala è stato successivamente proiettato all'interno di ciascuna delle dodici facce di un solido regolare, un dodecaedro, in modo da "cristallizzarsi" in un complesso campo tridimensionale: una cosmografia; infine, per sottrazione, le linee sono state sostituite da micro figure triangolari che poste rispettivamente agli estremi di ciascun segmento di linea ne sintetizzano le proprietà vettoriali: intensità (distanze), inclinazione e direzione. 
Le versioni dittico e trittico prevedono delle rappresentazioni affiancate in sequenza in cui i disegni delle strutture tridimensionali - le proiezioni del mandala, le linee di costruzione così come quelle del dodecaedro - scompaiono progressivamente a favore di una versione puramente percettiva e proiettiva formata da soli triangoli nello spazio.

 
tracce

tracce, 2019
dalla serie oracolar(e)
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas e distanziale.
50 x 50 cm cad.
tracce

tracce, 2018
dalla serie oracolar(e)
Installazione: tracciatura a pavimento con gessetto e nastro adesivo bianco.
300 x 380 cm
tracce

progetto per un sito archeologico oracolare, 2023
dalla serie oracolar(e)
Installazione: ambientazione nel Grate Salt Lake, Utah.

 

Questo disegno, tra pianata architettonica e archeologia, fa parte di un ciclo di opere intitolato oracolar(e), basato sull’utilizzo del Libro dei mutamenti, antico testo classico cinese, come principio generatore.
Nato a scopo divinatorio e conosciuto anche come I Ching, a partire dal XVIII secolo il Libro diventa fonte di ispirazione e oggetto di studio anche in Occidente per l’interesse che gli viene riconosciuto nell’ambito delle discipline più disparate, tra cui la matematica, la filosofia, la fisica e la psicoanalisi: non ultimo quello del filosofo matematico G. W. von Leibniz che lo utilizza per creare il codice binario che è alla base dell’odierno linguaggio tecnologico.
Il progetto prevede così l’utilizzo di questo testo come strumento puramente maieutico, svuotandolo di ogni finalità divinatoria. L’idea che soggiace è quella di generare un disegno casuale, consultando una volta al giorno il testo e ottenendo un responso, per terminarlo nel momento in cui si ottiene la combinazione più improbabile: un esagramma composto da sei linee mutanti. Questo processo si è concluso dopo circa sei anni.
tracce rappresenta la traduzione geometrica di questo processo e al contempo descrive lo spazio psico-fisico all’interno del quale si è mosso: il valore numerico di ogni singola risposta ottenuta è stato fatto corrispondere ad una misura geometrica e ad una linea che a seconda della sua natura, mutante o fissa, disegnava o cancellava.
Infine, un frammento del disegno è stato applicato su una pavimentazione in pietra.

 
mappa

mappa, 2018
dalla serie oracolar(e)
Scultura: pietra litografica incisa al laser e inchiostro nero.
24 x 32 x 7 cm
mappa

mappa, 2019
dalla serie oracolar(e)
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas e distanziale.
50 x 50 cm cad.

 

Quest’opera fa parte del ciclo intitolato oracolar(e), basato sull’utilizzo del Libro dei mutamenti, antico testo classico cinese, come principio generatore.
Nato a scopo divinatorio e conosciuto anche come I Ching, a partire dal XVIII secolo ilLibro diventa fonte di ispirazione e oggetto di studio anche in Occidente per l’interesse che gli viene riconosciuto nell’ambito delle discipline più disparate, tra cui la matematica, la filosofia, la fisica e la psicoanalisi: non ultimo quello del filosofo matematico G. W. von Leibniz che lo utilizza per creare il codice binario che è alla base dell’odierno linguaggio tecnologico.
Il progetto prevede così l’utilizzo di questo testo come strumento puramente maieutico, svuotandolo di ogni finalità divinatoria. L’idea che soggiace è quella di generare un disegno casuale, consultando una volta al giorno il testo e ottenendo un responso, per terminarlo nel momento in cui si ottiene la combinazione più improbabile: un esagramma composto da sei linee mutanti. Questo processo si è concluso dopo circa sei anni.
Una variante del disegno ottenuto è poi stata incisa a laser su pietra litografica.
mappa traduce e sintetizza in questo modo il percorso psico-fisico che l’intero processo ha seguito.

 
vasi

vasi, negativo, 2018
dalla serie oracolar(e)
Scultura: pannelli in rovere tagliati a laser e montati ad incastro vivo.
50 x 50 x 50 cm
vasi

vasi, vaso, 2018
dalla serie oracolar(e)
Scultura: pannelli in rovere tagliati a laser e montati ad incastro vivo.
50 x 50 x 50 cm
vasi

vasi, vaso, 2019
dalla serie oracolar(e)
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm cad.
vasi

vasi, nocciolo, 2019
dalla serie oracolar(e)
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm cad.
vasi

vasi, nocciolo, 2018
dalla serie oracolar(e)
Scultura: pannelli in rovere tagliati a laser e montati ad incastro vivo.
50 x 50 x 50 cm.
vasi

vasi, 2018
dalla serie oracolar(e)
Set di sculture: pannelli in rovere tagliati a laser e montati ad incastro vivo.
50 x 50 x 50 cm cad.
vasi

vasi, negativo, 2019
dalla serie oracolar(e)
Stampe laser su acetati e scatole in plexiglas.
22 x 31 cm cad.
vasi

vasi, negativo, 2019
dalla serie oracolar(e)
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm cad.

 

Queste opere fanno parte del ciclo intitolato oracolar (e) basato sull’utilizzo del Libro dei mutamenti, antico testo classico cinese, come principio generatore.
Nato a scopo divinatorio e conosciuto anche come I Ching, a partire dal XVIII secolo il Libro diventa fonte di ispirazione e oggetto di studio anche in Occidente per l’interesse che gli viene riconosciuto nell’ambito delle discipline più disparate, tra cui la matematica, la filosofia, la fisica e la psicoanalisi: non ultimo quello del filosofo matematico G. W. von Leibniz che lo utilizza per creare il codice binario che è alla base dell’odierno linguaggio tecnologico.
Il progetto prevedeva l’utilizzo di questo testo come strumento puramente maieutico, svuotato di ogni finalità divinatoria. L’idea che soggiaceva era quella di generare un disegno casuale, consultando una volta al giorno il testo e ottenendo un responso, per terminarlo nel momento in cui si otteneva la combinazione più improbabile: un esagramma composto da sei linee mutanti. Questo processo si è concluso dopo circa sei anni.
Un frammento di questo disegno è stato applicato a questi elementi scultorei quasi a creare un campo energetico, una forza capace di modificare le forme di ciascuno di essi.
vasi è un set di sculture in rovere tagliate al laser, ricavate l’una nell’altra senza sfridi e assemblate con una pazientissima tecnica di incastro che ha previsto l’inserimento manuale di duemila minuscoli pioli.

 
progetto per un giardino oracolare

progetto per un giardino oracolare, 2018
dalla serie oracolar(e)
Intallation: prespaces adhesives on glass.
progetto per un giardino oracolare

progetto per un giardino oracolare, 2018
dalla serie oracolar(e)
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm cad.
progetto per un giardino oracolare

progetto per un giardino oracolare, 2018
dalla serie oracolar(e)
- particolare -

 

Quest’ opera fa parte della serie intitolata oracolar (e) basata sull’utilizzo del Libro dei mutamenti, antico testo classico cinese, come principio generatore.
Nato a scopo divinatorio e conosciuto anche come I Ching, a partire dal XVIII secolo ilLibro diventa fonte di ispirazione e oggetto di studio anche in Occidente per l’interesse che gli viene riconosciuto nell’ambito delle discipline più disparate, tra cui la matematica, la filosofia, la fisica e la psicoanalisi: non ultimo quello del filosofo matematico G. W. von Leibniz che lo utilizza per creare il codice binario che è alla base dell’odierno linguaggio tecnologico.
Il progetto prevedeva l’utilizzo di questo testo come strumento puramente maieutico, svuotato di ogni finalità divinatoria. L’idea che soggiaceva era quella di generare un disegno casuale, consultando una volta al giorno il testo e ottenendo un responso, per terminarlo nel momento in cui si otteneva la combinazione più improbabile: un esagramma composto da sei linee mutanti. Questo processo si è concluso dopo circa sei anni.
Il disegno così ottenuto qui nella versione costituita da sole linee mutanti, è stato poi applicato su una vetrata di un cavedio, a generare riflessi e specchiamenti sempre diversi a seconda del punto di osservazione.
Questo gioco caleidoscopico è poi rafforzato da un effetto percettivo più sottile che è causato dai riflessi dei singoli pattern e ricorda vagamente quello del movimento delle foglie al vento.

 
duomo

duomo, 2015
Stampa lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm

 

La mappatura di alcune piastrelle marmoree della facciata del Duomo di Milano si trasforma qui in una costellazione, un insieme di finestre attraverso cui è possibile intravvedere qualcosa che sta al di la, oltre.

 
B4the_storm

B4the_storm, 2009
Stampa lambda su dibond, incisione laser su plexiglas, barra led, sensore ad infrarossi.
60 x 45 cm
B4the_storm

B4the_storm, 2009
Stampa lambda su dibond, incisione laser su plexiglas, barra led, sensore ad infrarossi.
60 x 45 cm

 

In una lastra di plexiglas applicata su una fotografia sono incisi, in maniera quasi impercettibile, dei simboli astratti – mirini digitali – che descrivono le sequenze di volo di stormi prima di migrare. Le incisioni sono rese visibili da un meccanismo luminoso interattivo che le illumina nel momento in cui lo spettatore si avvicina all’opera.
B4the_storm vuole in questo modo raccontare quell’istante che caratterizza il passaggio e la trasformazione di uno sguardo da passivo ad attivo, come quello di un fotografo o di un cacciatore.

 
il paesaggio ritrovato

il paesaggio ritrovato, 2006
Stampa lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm

 

Come una cartografia o un indice di un ipertesto, questo disegno riporta dei simboli a rappresentare delle parole chiave e delle azioni ad esse collegate, in modo da suggestionare modalità di lettura parallele, trasversali e non lineari.
Questo testo astratto diviene così un paesaggio fisico e virtuale da esplorare in modalità visiva, una porzione di territorio in cui lo sguardo alterna alla percezione statica di una unità ritrovata, una visione d’insieme, la dinamica di continui suggerimenti tra possibili connessioni e potenziali percorsi.

 
Definizione di invisibile

Definizione di invisibile, 2005
Incisione laser su plexiglas.
29,7 x 42 x 7 cm
Definizione di invisibile

Definizione di invisibile, 2005
Incisione laser su plexiglas, barra led, sensore ad infrarossi.
29,7 x 42 x 7 cm
Definizione di invisibile

Definizione di invisibile, 2005
Photographic diptych: lambda prints on dibond with plexiglas protection and spacer.
50 x 50 cm cad.

 

Come una stele, una lastra in plexiglas riporta inciso su di un lato un testo in braille che è la traduzione della definizione di invisibile presa dal dizionario Devoto.
Lo spessore del plexiglas genera una serie di riflessi a seconda del punto di osservazione.
Il testo, minimamente percettibile, nella versione interattiva si illumina nel momento in cui lo spettatore si avvicina con l’intento di toccarlo.

 
+ o - qua

+ o - qua, 2005
Installazione: elettroluminescenze, guaina protettiva, sensore ad infrarossi e relè.
400 x 400 cm
+ o - qua

+ o - qua, 2006
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm cad.

 

Questo progetto per una installazione interattiva è costituito da differenti segni luminosi che diffusi nello spazio rimarcano la sovrapposizione delle maglie urbane esistenti e si attivano progressivamente a seconda dello spostamento dello spettatore, rilevandone la prossimità.
Ogni più funziona infatti da attrattore, da invito ad avvicinarsi e, allo stesso tempo, da de-localizzatore trasformandosi nel suo esatto opposto, il segno -, proprio nel momento in cui lo spettatore è prossimo, attivando contemporaneamente un nuovo segno in un altro punto del campo visivo.
Il susseguirsi di accensioni e spegnimenti genera così un percorso casuale.
Un frammento di questo disegno è poi stato applicato all’interno di uno spazio espositivo con delle elettroluminescenze posizionate a terra. Lo spettatore era invitato a raggiungere l’incrocio dei due assi luminosi in prossimità dei quali un sensore ad infrarossi si attivava spegnendone istantaneamente uno, trasformando così il simbolo più in quello di un meno e attivando in uno spazio attiguo un secondo segnale luminoso.
+ o – qua è infatti un “non indicatore di posizione” che contrariamente alle nuove tecnologie che mappano con precisione tutti nostri movimenti ci rimbalza, invitandoci così a percorrere casualmente uno spazio.

 
fi(l)bonacci’s linearity

fi(l)bonacci’s linearity, 2005
Installazione: fibra ottica, guaina nera, illuminatore rgb.
Ø 0,5 cm x 30 m

 

La successione numerica di Fibonacci è stata qui tracciata sulla guaina protettiva di una fibra ottica illuminata da un proiettore RGB ed evidenziata scoprendone progressivamente delle piccole porzioni luminose proprio in coincidenza delle tracciature.
Il “filo” così ottenuto può essere utilizzato a formare il disegno del simbolo dell’infinito, come in questo caso, oppure a formare disegni al contorno casuali, oppure, ancora, a misurare in maniera non lineare lo spazio circostante.

 
le porte della percezione

le porte della percezione, 2004
Installazione: fibra ottica, tubi protettivi in plexiglas, sensore ad infrarossi, illuminatore rgb e computer.
90 x 210 cm
le porte della percezione

le porte della percezione, 2004
Installazione: fibra ottica, tubi protettivi in plexiglas, sensore ad infrarossi, illuminatore rgb e computer.
90 x 210 cm
le porte della percezione

le porte della percezione, 2004
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm cad.

 

Percorrendo lo spazio installativo, alla fine di un lungo corridoio, lo spettatore scopre un oggetto luminoso, una cornice.
Questa cornice si attiva solo se attraversata, aumentando di intensità luminosa e cambiando all’occorrenza colore in sincronia con suoni sempre diversi di aperture di “altre” porte, indicando così il varco di una soglia spazio-temporale.
La porta è inoltre circondata da specchi che ne amplificano l’effetto.
L’installazione vuole essere così un invito ad andare oltre la normale percezione.

 
iononsonoqua

iononsonoqua, deposizione, 2003
Installazione: pannelli in legno laccati, scritte adesive pre-spaziate, proiettore laser, diffusore di fumo, temporizzatore.
iononsonoqua

iononsonoqua, deposizione, 2003
Installazione: pannelli in legno laccati, scritte adesive pre-spaziate, laser, diffusore di fumo, temporizzatore.
iononsonoqua

iononsonoqua, deposizione, 2003
Installazione: pannelli in legno laccati, scritte adesive pre-spaziate, laser, diffusore di fumo, temporizzatore.
iononsonoqua

iononsonoqua, deposizione, 2003
Installazione: pannelli in legno laccati, scritte adesive pre-spaziate, laser, diffusore di fumo, temporizzatore.
iononsonoqua

iononsonoqua, deposizione, 2003
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm cad.

 

L’installazione è composta da tre scritte rosse che si rincorrono nello spazio di una chiesa sconsacrata: ”io”, “qua” e “iononsonoqua”.
Le scritte sono a loro volta supportate da due pannelli verniciati di nero, da un raggio laser rosso, e da fumo che viene diffuso lungo l’intera navata della chiesa.
Il laser rosso serve a connettere visivamente le due scritte posizionate agli estremi della navata “io” e “iononsonoqua”, rispettivamente collocate sulla parete centrale dell’abside la prima e su di uno dei pannelli neri vicino all’ingresso della chiesa la seconda.
La terza e rimanente scritta “qua” è invece posizionata su di un secondo pannello nero nell’abside in prossimità della prima scritta.
I due pannelli fungono da supporto e da mascheramento per un proiettore laser e per una macchina del fumo che è temporizzata in modo tale da far fuoriuscire il fumo con una certa scadenza fissa che ne permetta la distribuzione progressiva lungo tutta la navata.
Il secondo pannello posizionato nell’abside è poi stato ridotto di una percentuale rispetto al primo ( 39% ) in modo da creare un’accelerazione prospettica se visto dall’entrata o invertirla se è visto dall’abside. Per finire anche le luci dell’abside sono temporizzate: ogni sessanta minuti per una durata complessiva di sessanta secondi lo spegnimento improvviso delle luci renderà perfettamente visibile dall’abside il raggio rosso che attraversa tutta la navata.

Le scritte accompagnate da tutti questi frammentari elementi, sono tutti rimandi visivi che vogliono così creare un effetto di equilibrata instabilità che come un eco nello spazio raccontano la perdita della centralità: la deposizione dell’”io”.

 
la tomba di agamennone_4

la tomba di agamennone_4, 2002
Installazione: dodici proiettori per diapositive autofocus, nastro adesivo nero, scritte pre-spaziate.
la tomba di agamennone_4

la tomba di agamennone_4, 2002
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm cad.
la tomba di agamennone_4

la tomba di agamennone_5, 2018
Installazione: torce disposte a compore un deodecagono luminoso e pietra spaccata secondo le linee dei fasci luminosi che intercetta.
la tomba di agamennone_4

la tomba di agamennone_3, 1999
Installazione: dodici proiettori per diapositive autofocus, cosrde, pietra spaccata secondeo le linee che intercetta.

 

L'installazione è costituita da dodici dia-proiettori che disposti a cerchio proiettano dodici fasci luminosi disegnando rispettivamente sul suolo una stella e sulle pareti circostanti dodici quadri luminosi.
Lo spettatore è qui invitato ad entrare nel cerchio luminoso e a vedere le dodici diverse proiezioni del suo piede che le ombre generano sulle pareti circostanti.
In questo modo si vuole tradurre sul piano visivo l'effetto sonoro dell'eco dei passi che così fortemente caratterizza la tomba di Agamennone a Micene: la luce e la simultaneità delle diverse proiezioni.
L'installazione è qui arricchita dalla presenza di segni - linee tracciate con nastro adesivo nero - che ricreano in modo astratto il disegno di un tohlos (antica tomba degli eroi) e dalla scritta "ciò che appare oggi lontano era un tempo vicinissimo".

 
catarsis

catarsis, 1998
Dittico fotografico: stampe lambda su dibond con protezione in plexiglas.
50 x 50 cm cad.
catarsis

catarsis, 1998
Installazione: linee scolpite in bassorilievo su blocchi di marmo pentelico verniciate di nero.

 

Lo spettatore percorrendo questa cava dismessa, scoprirà progressivamente dei minimi segni, linee scavate nella pietra e verniciate di nero, che lo inviteranno ad indagare questo luogo silenzioso.